Procedura di infrazione: il ricatto azzardato di Salvini, di Giampaolo Galli, Inpiù, 6 giugno 2019

Mentre il premier Conte afferma che va assolutamente evitata la procedura di infrazione e Di Maio sembra alla ricerca di una posizione mediana, Salvini si è messo di traverso a muso duro, il che è molto preoccupante. Salvini contesta la legittimità stessa, oltre che la logica economica, della procedura di infrazione. Sulla legittimità, sostiene che il governo non intende usare i soldi dei cittadini di altri paesi per fare le politiche che ha promesso; dunque, cosa c’entrano quelli di Bruxelles? Naturalmente, Salvini dimentica, o fa finta di dimenticare, che una crisi finanziaria dell’Italia metterebbe a rischio la stabilità dell’intera area dell’euro, che è la ragione di fondo per la quale esistono le regole di bilancio. Inoltre lui stesso ha detto molte volte, riprendendo le idee di alcuni suoi pessimi consiglieri, che la Bce dovrebbe svolgere la funzione di prestatore di ultima istanza e intervenire sul mercato per impedire la speculazione ai danni dell’Italia. Salvini dunque non dice il vero: i soldi degli altri li chiede e comunque li mette a rischio.

Quanto alla logica economica, Salvini sostiene che bisogna ridurre le tasse per rimettere in moto l’economia e che questo metterà a posto i conti pubblici. Questa è un’idea antica, sicuramente sbagliata, che viene periodicamente riproposta come l’albero della cuccagna dai leader populisti. Malgrado tonnellate di evidenze che questa idea non funziona, Salvini la ripropone con sfacciata arroganza. A cosa punta? Alla rottura con l’Unione Europea e all’uscita dall’euro? Possibile, ma è più probabile che non voglia arrivare a tanto e che pensi di poter ricattare i partner europei con la minaccia implicita di una crisi finanziaria in Italia. In questo caso, sbaglia i conti. È vero che nessun leader europeo ha voglia di dover affrontare un nuovo caso Grecia in Italia, ma nessuno è disposto a cedere di fronte a un ricatto che minerebbe alla radice le basi della convivenza fra Stati nell’Unione europea. Si apre quindi una partita ad alto rischio per Italia e anche per l’Europa. @giampaologalli;  Inpiù; 6 giugno 2019

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