Dialogo fra Salvatore Borghi e Helmut Bossi

Se avesse ragione Borghi, la Lega non avrebbe avuto ragione di esistere.

Umberto Bossi e comizio Lega
Comizio della Lega Nord con Umberto Bossi

Se avesse ragione Claudio Borghi, le Lega Nord non avrebbe mai avuto ragione di esistere. Le sue bizzarre teorie “sovraniste” sono infatti la negazione della ragione sociale della Lega, nel senso che negano in radice ogni validità logica a tutto ciò che la Lega, quando era ancora Lega Nord, sosteneva a proposito delle Regioni del Sud, alle quali si dovevano imporre i costi standard (ricordate?) perché i contribuenti della Padania erano stufi di pagare il conto.

Un cittadino del Sud – chiamiamolo Salvatore Borghi – che avesse avuto allora le stesse idee che ha adesso l’on. Borghi avrebbe potuto rispondere, con l’aria scanzonata di quello che sa che gli altri stanno dicendo panzane colossali: “Ma fatemi capire! Che problema c’è? Basta che la Banca d’Italia metta i soldi nelle regioni del Sud e la spesa delle amministrazioni del Sud è perfettamente sostenibile e non pesa sui cittadini del Nord. È così semplice!”

Al che un cittadino padano di solido buon senso, chiamiamolo Helmut Bossi, avrebbe ovviamente risposto: “Eh no, caro Borghi, lei non può pensare di prenderci per il naso in questo modo. Noi vogliamo i costi standard perché non è giusto che al Sud una siringa costi tre volte di più che al Nord”.

S. Borghi: “Caro Helmut Bossi, lei non ha capito niente di cos’è una Banca Centrale e non sa nulla della MMT (moderna teoria monetaria)”

H.Bossi: “Io so una cosa sola: nella Padania, la ricchezza ce la siamo creata con il sudore della fronte, non ce l’ha regalata nessuno”.

S. Borghi: “Ma che dice! Vuole che le faccia il conto delle città del Nord che sono state salvate dallo Stato o dei vostri banchieri bancarottieri salvati dalla Banca d’Italia?”.

H.Bossi: “Guardi, da noi i soldi circolano perché la gente lavora e crea ricchezza. Non è che c’è la ricchezza perché circolano i soldi. E la Banca d’Italia non è l’albero della cuccagna; la Banca d’Italia è di tutti gli italiani e quindi alla fine a pagare il conto per il Sud sarebbero sempre i padani che più di tutti contribuiscono a produrre il Pil della nazione”.

S. Borghi: “Ah, proprio non capisce. Eppure è così semplice. Dove crede che li prende i soldi la Banca d’Italia: li stampa e basta! È così semplice”.

H. Bossi: “No, no, ho capito benissimo. Voi del Sud state soltanto cercando delle gabole per sfilarci i soldi che noi e nostri padri ci siamo guadagnati con tanti sacrifici. Sa cosa le dico: va, va…vada a laurà, Signor Borghi”.

P.S. Per fortuna, in Italia le posizioni della Lega Nord non hanno mai impedito che si realizzasse un certo grado di solidarietà fra le regioni italiane. E per fortuna nessun meridionalista ha mai sostenuto le sciocchezze di Salvatore Borghi. Diciamo per fortuna, perché argomenti del genere avrebbero ancor più avvelenato i rapporti fra regioni italiane. Purtroppo invece, questi stessi argomenti oggi avvelenano i nostri rapporti con i paesi del Nord Europa perché inducono un certo numero di italiani a credere che la Bce sia l’albero della cuccagna e che i paesi del nord ci vogliano impedire di mettere le mani su di essa per sadismo, senza nessun valido argomento.

La cosa più grave è che questi falsi argomenti ci impediscono di far avanzare le più che legittime richieste del Mezzogiorno d’Europa, come una maggiore condivisione dei rischi e una migliore governance dell’Eurozona.

Infine questi argomenti ci impediscono di capire che dobbiamo tenere in ordine i conti pubblici e che lo spread è un rischio serio che non può essere esorcizzato con l’argomento che la Bce dovrebbe comprare i nostri titoli, e tenerli in portafoglio per sempre. Perché la BCE non è e non può essere l’albero della cuccagna. Come non lo era la Banca d’Italia; se lo fosse stata, la Lega Nord non avrebbe mai avuto ragione di esistere.

“Quote di Banca d’Italia: ecco come si rinforzano le nostre banche senza pesare sui contribuenti” intervista di Ernesto Auci a Giampaolo Galli su FIRSTonline – 29/01/2014

Spesso sorge il dubbio se le posizioni di Grillo e dei suoi “portavoce” su molti argomenti di economia e finanza siano dettate da malafede o da ignoranza. O magari da entrambe. Esempio emblematico è la battaglia che gli eroici deputati 5 Stelle stanno conducendo contro la così detta privatizzazione della Banca d’Italia che a loro parere rappresenterebbe un regalo alle banche fatto sulla pelle dei cittadini italiani i quali, come ha detto in Tv a Piazza Pulita un loro attivista, questo decreto equivale ad un prelievo sui conti correnti bancari dei privati risparmiatori. Leggi tutto ““Quote di Banca d’Italia: ecco come si rinforzano le nostre banche senza pesare sui contribuenti” intervista di Ernesto Auci a Giampaolo Galli su FIRSTonline – 29/01/2014″
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