Intervento in Aula sul “DL Mezzogiorno” – 31 luglio 2017

GIAMPAOLO GALLI, Relatore. Grazie, Presidente. Colleghi, il provvedimento in esame reca importanti disposizioni volte a dare ulteriore impulso alla crescita del Mezzogiorno. Esso prevede semplificazioni e procedure più efficienti, istituisce zone economiche speciali, interviene in favore dei giovani imprenditori del territorio, destina risorse per far fronte a situazioni di crisi con politiche di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Alcune norme sono rivolte al contrasto della dispersione scolastica e della marginalità sociale. Nel corso dell’esame al Senato è stato fatto un lavoro assai ampio: sono stati esaminati circa 800 emendamenti, un centinaio di emendamenti sia della maggioranza sia anche delle opposizioni sono stati accolti. Mi soffermo di seguito sulle misure più importanti.

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Trasparenza dei contratti derivati stipulati dal ministero dell’economia: intervento in discussione – 3 luglio 2017

Di seguito il testo dell’intervento in Aula durante la discussione sulla trasparenza dei contratti derivati stipulati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La richiesta di maggiore trasparenza nell’utilizzo e negli effetti degli strumenti derivati sulla finanza pubblica ritengo debba essere accolta, anche se non nella misura e nei modi in cui è formulata nella mozione del M5S.

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Intervento in Aula: discussione sul DEF 2017 – 26 aprile 2017

GIAMPAOLO GALLI. Grazie Presidente. Come peraltro negli ultimi anni, il DEF si muove lungo un sentiero molto stretto, perché da un lato dobbiamo avviare la riduzione del debito, dall’altro dobbiamo sostenere la crescita. Tuttavia, come ha già fatto notare la relatrice, onorevole Rubinato, e anche i colleghi Dell’Aringa, Covello e Iannuzzi, ci troviamo quest’anno di fronte a qualche opportunità in più in relazione a un quadro internazionale in cui si consolida la crescita, ma anche a nuovi fattori di rischio che derivano dalla fine, attesa per il 2018, della politica molto espansiva della BCE, dal rischio di misure protezionistiche in particolare negli Stati Uniti e da rischi politici, anche in Europa.

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Interrogazione a prima firma Boccadutri sul caso Minenna

Interrogazione a risposta in commissione 5-11018
presentato da BOCCADUTRI Sergio
testo di Giovedì 30 marzo 2017, seduta n. 770
BOCCADUTRI, DELL’ARINGA, ANDREA ROMANO e GIAMPAOLO GALLI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
il dottor Marcello Minenna, già assessore al bilancio, al patrimonio e alle partecipate del comune di Roma tra luglio e settembre 2016, è dipendente a tempo pieno della Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob) e ivi dirigente responsabile dell’Ufficio Analisi Quantitative e Innovazione Finanziaria all’interno «Divisione Mercati»;
in un rapporto pubblicato il 19 gennaio 2017 dall’ufficio studi di Mediobanca Securities, società specializzata in intermediazione finanziaria del gruppo Mediobanca S.p.a. – società soggetta al controllo della Consob – il nome del dottor Minenna compare come coautore esterno (guest contributor), con la qualifica di Adjunct Professor alla «London Graduate School of Mathematical Finance»;
in vari articoli di giornale (tra cui il Corriere della Sera Economia del 6 febbraio scorso) il dottor Minenna si qualifica come coautore materiale del suddetto Rapporto assieme agli analisti di Mediobanca («in un recente lavoro fatto con…»);
il dottor Minenna ha un sito internet personale nel quale vi è una sezione in cui vengono rese pubbliche alcune delle analisi di Mediobanca Securities, e sono riportati articoli e interviste dello stesso Minenna e di terzi in cui si esprimono opinioni sulla politica economica (es. «Se non cambia il fiscal compact, meglio fuori dall’euro», l’Avvenire del 7 febbraio 2017; «L’Italia è intrappolata in un’Unione Monetaria soffocante», Il Corriere della Sera del 6 febbraio 2017) e si forniscono giudizi che sono suscettibili di influenzare l’andamento generale dei mercati (es. «ora il dollaro sale,… ma fra qualche mese…», l’Espresso del 29 ottobre 2016) nonché quello di singoli titoli (Mediolanum, Banca Nuova, Banco Popolare, Banca Desio, MPS ecc.);
i giudizi formulati su singoli titoli (es.: «questa emissione obbligazionaria ha una probabilità del 18,24 per cento di perdere circa 75 euro su 100 investiti»; il Sole 24 Ore Plus del 28 gennaio 2017) esulano da quelli che sono gli obblighi informativi tassativamente previsti dalla normativa vigente, cui non può che attenersi un funzionario della Consob;
il decreto legislativo n. 165 del 2001, contenente le norme generali in materia di incompatibilità e cumulo di impieghi ed incarichi, si applica, per espresso dettato normativo, anche al personale della Consob;
l’articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 95 del 1974, istitutivo della Consob, stabilisce che «al personale in servizio presso la Commissione è in ogni caso fatto divieto di assumere altro impiego o incarico o esercitare attività professionali, commerciali o industriali»;
il regolamento del personale Consob stabilisce che al personale è fatto divieto di svolgere attività comunque contraria agli interessi e alle finalità dell’amministrazione o comunque incompatibile con i doveri d’ufficio (articolo 20);
il codice etico per il personale Consob, inoltre, prevede che il dipendente non intrattenga con soggetti coinvolti o interessati dall’attività della Consob rapporti tali da poter compromettere la sua indipendenza, a vulnerare la sua imparzialità (articolo 3), evitando qualsiasi situazione che possa dar luogo a conflitti d’interesse, non utilizzando né diffondendo informazioni riservate al fine di trarre vantaggio per se stesso, per il proprio nucleo familiare o per altri soggetti (articolo 5);
desta preoccupazione che un dirigente della Consob possa svolgere attività che appaiono incompatibili con la propria posizione rilasciando interviste e dando evidenza ad analisi sue o di terzi che sono potenzialmente in grado di influenzare i mercati –:
quali siano gli orientamenti del Governo in relazione ai fatti esposti in premessa, con particolare riferimento ai potenziali conflitti di interesse e ai conseguenti effetti distorsivi sui mercati finanziari e sul corretto funzionamento degli organismi preposti alla vigilanza su di essi, anche con riguardo all’applicabilità della disciplina vigente in materia di incompatibilità. (5-11018).

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Autorizzazione al governo a emettere debito aggiuntivo fino a 20 miliardi per la tutela del risparmio, 21/12/2016

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Giampaolo Galli.

GIAMPAOLO GALLI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente.
Il Governo ha presentato alle Camere la Relazione prevista dall’articolo 6 della legge 243 del 2012. Tale norma prevede che, qualora il Governo, al fine di fronteggiare eventi eccezionali, ritenga indispensabile discostarsi temporaneamente dagli obiettivi programmatici di finanza pubblica, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni del Parlamento, una relazione con cui aggiorna gli obiettivi programmatici stessi, nonché una specifica richiesta di autorizzazione, che indichi la misura e la durata dello scostamento e definisca un piano di rientro.
La Relazione presentata fa specifico riferimento a operazioni relative alle partite finanziarie di cui al comma 6 dell’articolo 6 della legge appena citata, dato che, con l’intervento che il Governo intende fare, si prefigura un possibile reperimento per un importo massimo fino a 20 miliardi di euro, da reperire attraverso operazioni di emissioni di titoli del debito pubblico.
I presupposti di tale intervento vengono ravvisati nella eventualità che gli esercizi di stress operati sulla base dell’attuale assetto della vigilanza prudenziale dell’Unione europea possano evidenziare, data la severità degli stress medesimi, una carenza di capitale in presenza di scenari avversi, carenza che – sottolinea sempre la Relazione del Governo – potrebbe risultare difficile da ripianare sia per le presenti condizioni dei mercati finanziari, che per la consistenza dei crediti deteriorati determinata dalla recente crisi economico-finanziaria.
In considerazione della finalità precauzionale cui è indirizzato, si precisa che l’intervento non può essere al momento dettagliato nei tempi, nelle modalità e nei provvedimenti nei quali si articolerà, ma risulterà comunque finalizzato ad assicurare due obiettivi: un adeguato livello di liquidità del sistema bancario, anche mediante la concessione di garanzie dello Stato su alcune tipologie di passività delle banche, ed un rafforzamento patrimoniale delle banche medesime mediante operazioni di ricapitalizzazione, che prevedono la sottoscrizione di nuove azioni.
Per il conseguimento di tali obiettivi, il Governo intende ricorrere a operazioni di emissione di titoli del debito pubblico fino a un importo complessivo massimo di 20 miliardi di euro per l’anno 2017.
Ne risulterebbero conseguentemente modificati gli obiettivi programmatici per quello che riguarda il debito pubblico e il fabbisogno, ma non per quello che riguarda l’indebitamento netto rispetto alla risoluzione con cui abbiamo approvato la nota di aggiornamento al DEF del 2016.
Quindi, noi dobbiamo approvare oggi una richiesta da parte del Governo di deviare, per quello che riguarda il debito pubblico, fino a un limite massimo di venti miliardi.
Vorrei sottolineare alcuni punti: i problemi che dobbiamo affrontare riguardano alcuni casi di crisi bancarie. Il sostegno serve a prevenire l’infezione, il contagio, ma non ci sono i numeri, non ci sono le evidenze che ci dicano che c’è attualmente in atto un problema generalizzato di crisi del nostro sistema bancario, che, nel suo complesso, risulta essere solido, come è stato evidenziato anche dagli stress test della Banca centrale europea.
Secondo punto: vorrei sottolineare la procedura corretta che è stata seguita, che è stata quella di chiedere prima un’autorizzazione ad emettere il debito in base alla legge del 2012 e poi, chiuse le operazioni di mercato, e vedremo come andranno, quale ne sarà l’esito, ci saranno dei provvedimenti, e quello sarà il momento nel quale discuteremo degli importanti dettagli su come intervenire.
Forse è opportuno sottolineare che ci sono due tempi sia perché questo prevedono le procedure, le corrette procedure parlamentari, sia anche perché in questo momento è in corso un’operazione di mercato, e quindi dobbiamo evitare di generare delle turbative rispetto a quelle operazioni che sono in corso.
Credo che, però, abbiamo il dovere, tutti insieme, di dare un segnale forte per tranquillizzare, nella misura del possibile, i risparmiatori e tutti gli stakeholders, le imprese affidate, i dipendenti, e le loro famiglie, delle banche potenzialmente interessate. Per questo noi speriamo che ci possa essere un consenso ampio su questo intervento.
Qualcuno ha detto: si doveva intervenire prima. Possibile, si può discutere su questo; certo è che adesso, a questo punto, mi pare che ci sia un consenso ampio, ci pare ci sia un consenso ampio sulla opportunità-necessità di intervenire.
Voglio sottolineare che il fatto che non ci sia un impatto sull’indebitamento netto della pubblica amministrazione non è un fatto meramente contabile, relativo alle norme europee.
Il punto è che qui si tratta di un’operazione una tantum, che aumenta il debito pubblico e, a fronte di questo debito pubblico, c’è acquisizione di attività finanziarie; per questo l’intera operazione va sotto la linea dell’indebitamento netto.   L’esperienza di altri Paesi mostra che gli interventi pubblici spesso sono stati a vantaggio, nel medio-lungo termine, dello Stato, e dunque del contribuente.
Questa è un’operazione molto diversa, in termini di finanza pubblica e di sostanza economica, da un’operazione, ad esempio, di sostegno dell’economia, che è un’operazione in cui tu ogni anno, verosimilmente, spendi una determinata cifra, che quindi va nell’indebitamento netto e nell’indebitamento netto strutturale.
Quindi, a chi dice che ci sono utilizzi alternativi delle risorse la risposta è che, in realtà, no, non ci sono altri utilizzi delle risorse che possano generare lo stesso impatto modesto e, addirittura, ripeto, potenzialmente positivo sui conti pubblici.
Concludo con una considerazione: ripeto, alcuni sostengono che si doveva intervenire prima, si è perso tempo. Ripeto, su questo si può discutere.
A mio avviso e a nostro avviso occorreva aspettare gli esiti degli stress test, che sono arrivati a luglio, ed era opportuno fare tutto il possibile perché le operazioni di mercato avessero corso, e ancora adesso siamo in attesa dell’esito delle operazioni di mercato. È però, a questo punto, del tutto opportuno aprire un ombrello a titolo precauzionale, per evitare che ci possano essere, nel caso le operazioni di mercato non andassero a buon fine, conseguenze negative sulle singole banche e, potenzialmente, anche sul resto del sistema.

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