IL VIRUS E L’ECONOMIA: IL MES CI CONVIENE, di Giampaolo Galli, Inpiù, 25 marzo 2020

Molti sostengono che questa volta, a differenza del 2009, lo shock è simmetrico e da questo fanno discendere che il finanziamento delle necessarie misure di sostegno all’economia deve avvenire attraverso strumenti comuni a tutti i paesi europei, come l’emissione di Eurobonds o Coronabonds da parte dell’Ue o del Mes. Purtroppo non è così. Anche nel 2009 lo shock iniziale, la crisi dei subprime, colpì tutti i paesi europei all’incirca con la stessa intensità, ma le asimmetrie si manifestarono molto rapidamente. I paesi che avevano i conti in ordine furono in grado di attuare misure di sostegno dell’economia molto rilevanti e attenuarono la caduta. L’Italia non lo fece perché non se lo poteva permettere, come dimostrò la successiva crisi del 2011. Oggi l’asimmetria è ancora più forte di allora perché nel frattempo la Germania e numerosi altri paesi hanno molto ridotto il loro debito pubblico, mentre noi lo abbiamo di molto aumentato. Il risultato è che la Germania ha già varato misure che impattano sul deficit per qualcosa come 123 miliardi (il 3,6% del Pil), cui si aggiunge un sostegno “illimitato” ai due fondi (KfW e WSF) che dovrebbero garantire crediti alle imprese per oltre mille miliardi. L’Olanda ha varato misure per il 2,5% del Pil. Saranno questi paesi disposti a farsi carico di una emissione di titoli europea, con distribuzione simmetrica del ricavato, per cifre tanto rilevanti? Saranno in grado di spiegare ai loro elettori perché lo fanno? Lo auspichiamo, ma francamente ne dubitiamo. Forse si riuscirà a fare qualcosa, ma le cifre saranno molto piccole rispetto a ciò che sarebbe necessario.

Peraltro, la Bce, con il Qe addizionale per 750 miliardi, potrà coprire fra la metà e i due terzi delle emissioni di titoli che saranno necessarie all’Italia e, dato che è facile prevedere che il debito/pil salirà rapidamente verso il 150-160%, non è chiaro chi comprerà il resto. La soluzione c’è e sta nell’accedere alle operazioni OMT della BCE che sono illimitate, ma richiedono che venga attivato un prestito e un programma con il Mes. Il Mes non ci potrà chiedere un programma di aggiustamento, se non dopo che sarà finita l’epidemia e sarà tornata la normalità. Per ora le uniche condizioni che ci può imporre è che i soldi siano spesi bene e non pregiudichino i conti pubblici in futuro, due cose su cui di solito l’Italia non brilla. Il Mes è un’opportunità, non c’è motivo di averne paura.

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