Il Messaggero
18.01.2013
Galli: “Accuse generiche che non aiutano a ragionare”
Intervista a Gian Paolo Galli di Barbara Corrao
«Mi pare normale che l’opinione pubblica si interroghi sul destino di 5.500 persone, e di altrettanti lavoratori dell’indotto. Succede in tutti i Paesi del mondo quando si verifica un evento così importante come la sospensione dell’attività produttiva in uno dei più importanti gruppi industriali nazionali».
Giampaolo Galli, economista ed ex direttore generale di Confindustria arruolato da Pierluigi Bersani nelle liste del Pd, rispedisce al mittente, cioè a Sergio Marchionne, le accuse di dichiarazioni oscene.
«Politici osceni» è l’accusa del numero uno del Lingotto. Si ritrova nell’identíkit?
«È un’affermazione forte e non credo che aiuti a ragionare. Si tratta di una generalizzazione poco comprensibile: non tutti i politici hanno parlato e chi lo ha fatto ha manifestato opinioni di segno diverso. Di sicuro, non mi pare un’accusa che possa essere rivolta ai vertici del Pd».
Forse è rivolta a Mario Monti che ha assicurato di verificare «con grande attenzione» la richiesta di cassa integrazione su Melfi?
«Sinceramente penso che la dichiarazione del premier Monti sia moderata ed equilibrata e che in nessun modo possa meritare una replica così pesante. D’altra parte, la crisi riguarda tantissime aziende e i fondi a disposizione sono limitati per problemi di bilancio pubblico: dobbiamo essere certi che vengano utilizzati al meglio e per tutte le categorie di imprese in difficoltà, dalle piccole alle medie o alle grandi dimensioni».
Il governo Monti non è riuscito o non ha potuto accogliere tutte le richieste delle imprese, a cominciare dalla riduzione del cuneo fiscale. Quali priorità ha messo nella sua agenda?
«C’è ancora molto da semplificare nelle procedure amministrative e molto da fare nella ricerca e innovazione, l’accesso al credito, l’internazionalizzazione e soprattutto nei pagamenti della pubblica amministrazione».
E il fisco?
«Nel fisco la priorità è la riduzione del cuneo, cioè la differenza tra il costo del lavoro per l’impresa e la busta paga percepita dal lavoratore. Dato che abbiamo anche altre riduzioni fiscali utili o necessarie, come per esempio quella dell’Imu sulla prima casa per le persone in difficoltà, la prima cosa da fare sarà verificare lo stato del bilancio pubblico appena avremo i dati del consuntivo 2012. E poi vedere di mettere in fila le priorità. Bisognerà considerare anche le spese necessarie come quelle per gli ammortizzatori in deroga».
A proposito, è d’accordo con Bersani che teme di trovare «polvere sotto il tappeto»?
«Certamente. Credo ci sia un concreto rischio che il bilancio sia un po’ peggiore dell’obiettivo già nel 2012 e che nel 2013 non raggiunga, a politiche invariate, il pareggio strutturale di bilancio che invece si vorrebbe».