Banche e caccia alla streghe: i rischi delle nuova Commissione d’indagine, di Giampaolo Galli, Inpiù, 01-04-2019

Malgrado il pesante richiamo del Presidente della Repubblica, forse non tutti hanno colto pienamente il rischio dell’istituzione di una nuova Commissione parlamentare d’indagine sul sistema finanziario. A differenza della Commissione Casini della precedente legislatura, la Commissione che viene istituita ora rimane in carica per tutta la legislatura e non indaga solo sulle crisi bancarie, ma su tutte le banche indistintamente, nonché su tutti gli altri intermediari finanziari.Quindi l’indagine potrà riguardare “la gestione” – questo è il termine utilizzato – di qualunque singolo intermediario. Per questo, e tenendo conto che la legge attribuisce alla Commissione i poteri dell’autorità giudiziaria, Mattarella si è sentito in obbligo di ricordare “la natura privata degli enti interessati, la cui attività costituisce esercizio della libertà di iniziativa economica riconosciuta e garantita dall’articolo 41 della Costituzione”. Si configura – sempre secondo il Presidente della Repubblica – l’eventualità che la politica possa “condizionare le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento” Questa eventualità – dice Mattarella – “si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme dellaCostituzione”.

Non siamo alla statalizzazione delle banche, ma al controllo politico su di esse, e tramite queste sull’intero sistema economico. La norma fa un elenco pressoché onnicomprensivo delle attività dei singoli intermediari che possono essere sottoposte a indagine – dai depositi, alle remunerazioni dei manager ai collocamenti di prodotti finanziari ecc. – e fra queste elenca anche le “erogazione del credito a prenditori di particolare rilievo”, nonché le operazioni con parti correlate. E qui è evidente che il controllo dalle banche si può estendere all’intera economia o quasi. Ovviamente tutte queste attività della commissione possono interferire con le prerogative tipiche sia della magistratura sia delle autorità di vigilanza a cominciare dalla Banca d’Italia. Su questi aspetti il Presidente non fa sconti. Quanto alla magistratura, egli afferma perentoriamente che “è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità”. Quanto alle autorità di vigilanza, Mattarella ne ricorda “il carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Ue vincolanti sulla base dei relativi trattati”.

Dulcis in fundo, la Commissione avrà il compito di “valutare le condizioni al fine di istituire una procura nazionale per i reati bancari e finanziari sul modello della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, o estendere la competenza della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo all’ambito di indagine relativo ai reati finanziari e bancari”. Insomma, i banchieri sono come i mafiosi e i terroristi e vanno sottoposti al controllo dei commissari del popolo. C’è da chiedersi come i nostri governanti possano non accorgersi che queste norme da caccia alle streghe sono il modo sicuro per far scappare dall’Italia quei pochi investitori rimasti. E non c’è decreto “crescita” o “sblocca cantieri” che possa rimediare al danno.  @giampaologalli   Inpiù. 01/04/2019

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