Helicopter Money: tre obiezioni e un silenzio – FIRSTonline, 22 aprile 2016

Draghi ha detto che il board della Bce non ha parlato dell’Helicopter Money, ossia della monetizzazione dei disavanzi pubblici, ma non ha detto che è un’idea del assurda, come pensano gli economisti della Bundesbank – Gli effetti sulla domanda finale e i suoi limiti – La proposta Tabellini e tre ragioni che rendono difficile l’applicazione della teoria della moneta dall’elicottero

Mario Draghi ha detto che il board della Bce non ne ha parlato. Ma non ha detto che l’idea dell’Helicopter Money (HM), ossia la monetizzazione dei disavanzi pubblici, sia del tutto assurda, anche se tale la considerano gli economisti della Bundesbank. Se ne può dunque parlare senza temere di uscir dal seminato. Come si sa, per molti l’HM è l’arma nucleare, quella che è in grado di sconfiggere i nemici del momento: deflazione e annesso rischio di una nuova recessione. In concreto, come ha proposto Guido Tabellini sul Sole 24Ore del 19 aprile, la Bce effettuerebbe un trasferimento di base monetaria sui conti dei Tesori nazionali che deciderebbero come spendere i soldi.

Ogni Stato Membro contabilizzerebbe dunque un maggior indebitamento netto che avrebbe natura di una tantum e non andrebbe a incidere sul debito pubblico perché sarebbe finanziato, in via permanente, con moneta della Banca centrale. È difficile pensare che una manovra di questo tipo non abbia effetti positivi sulla domanda finale, perché diverrebbero più espansive sia la politica di bilancio sia quella monetaria. Quali sono dunque i motivi per cui al board della Bce non se ne è parlato? Possiamo fare qualche congettura ed elencare possibili difetti o limiti dell’HM.

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1) Bisognerebbe cambiare i Trattati per consentire alla Bce di finanziare direttamente i Tesori nazionali. A questa obiezione, avanzata dallo stesso Tabellini, si potrebbe rispondere che, senza cambiare i Trattati, la Bce può comunque comprare i titoli pubblici sul mercato secondario come sta facendo con il QE. Dovrebbe però – e qui starebbe la vera novità rispetto al QE – impegnarsi a rinnovare i titoli in scadenza, sempre sul mercato secondario, e a farlo in via permanente. In questo modo, replicherebbe, con gli strumenti giuridici a disposizione, il concetto di “moneta dall’elicottero”, cioè in sostanza “un regalo” che la Bce farebbe ai cittadini europei attraverso i Tesori nazionali. È però molto difficile che l’attuale board della banca centrale possa impegnare tutti i futuri boards ad essere, come dice Krugman, “credibilmente irresponsabili”. Dunque, senza cambiare i Trattati, l’HM potrebbe essere fatto, ma avrebbe una bassa credibilità.

2) Un’altra obiezione è che la monetizzazione di grandi disavanzi è già stata tentata in Giappone, con risultati molto scarsi sull’economia reale.

3) Vi è infine l’obiezione che possiamo attribuire ai custodi dell’ortodossia tedesca. Una volta scoperto l’albero della cuccagna cosa può garantire che, come propone Tabellini, i politici ne facciano uso solo in condizioni assolutamente eccezionali? Non sarebbe irresistibile la tentazione di scassinare la cassaforte della Bce per risolvere i mille problemi che abbiamo nelle nostre pur ricche nazioni? Come si potrebbe argomentare di fronte agli elettori che questi soldi non possono essere usati per migliorare la sanità, sconfiggere la povertà, aumentare le pensioni, i salari o i sussidi ai disoccupati? E perché mai le imprese dovrebbero continuare a fare tanta fatica per innovare ed essere competitive sui mercati internazionali? E perché qualcuno dovrebbe continuare a pagare le tasse?

È difficile negare che queste obiezioni abbiano una certa forza.

Qui l’articolo originale, pubblicato su FIRSTonline

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