Recovery, il segreto meglio custodito della Repubblica

di Giampaolo Galli, Inpiù, 24 novembre 2020

Il Presidente del Consiglio dice che è in corso di elaborazione e in attesa di via libera informale dei tecnici della Commissione. Parliamo ovviamente del Pnrr, il piano italiano per l’utilizzo dei fondi (209 miliardi) del NextGenerationEu. Per ora è il segreto meglio custodito nella storia della Repubblica. Ed è lecito il dubbio che il piano sia ancora molto lontano da ciò che ci chiedono la Commissione e il Consiglio. Ricordiamo che per essere approvato dalla Commissione e dare accesso ai finanziamenti, il piano deve porsi una serie di obiettivi che, nel loro insieme, configurano una vera e propria visione del futuro dell’Italia, per rimarginare le ferite della pandemia e ritornare alla crescita. Vanno rimossi gli ostacoli che limitano il potenziale di crescita dell’economia: a questo fine i finanziamenti europei devono esser utilizzati, oltre che per colmare il grave gap di infrastrutture dell’Italia, per agevolare azioni volte a dare efficienza e riformare la pubblica amministrazione, la giustizia, l’istruzione, il mercato del lavoro. Il piano deve far leva sulle due grandi transizioni, verde e digitale, che stanno al centro della strategia dell’Ue.  Come si vede, si tratta di questioni di grande spessore da cui dipende il futuro dell’Italia. Si tratta però di questioni su cui ci sono idee confuse e comunque molto diversificate all’interno del governo: quanti ministri sono consapevoli del fatto che da un quarto di secolo l’Italia è un paese in declino, ossia con un tasso di crescita fra i più bassi al mondo? Forse è il timore di lacerazioni all’interno del governo che induce Conte a mantenere il riserbo. Ma ha ragione il Direttore Generale di Confindustria Francesca Mariotti che, in audizione presso le Commissioni Bilancio riunite, chiede un dibattito pubblico con tutti gli stakeholders. In ogni caso, occorre che al più presto venga coinvolto il Parlamento. E’ impensabile che questioni tanto importanti vengano rese note solo all’ultimo minuto, quando si tratterà di presentare il piano alla Commissione. A quel momento, sarà troppo tardi.

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