La Commissione boccia la manovra: cosa succede ora? di Carlo Cottarelli e Giampaolo Galli, 23 ottobre 2018

La Commissione Europea oggi ha rigettato la manovra di finanza pubblica per il 2019, chiedendone una revisione. Quali sono i prossimi passi?

Il governo italiano ha tre settimane per presentare una manovra alternativa. Nel caso questo non accadesse, la Commissione potrebbe proporre l’inizio di una procedura per deficit eccessivo, anche se i tempi non sarebbero brevissimi.[1]

La procedura potrebbe iniziare anche in assenza dei dati definitivi sul 2018, attraverso la riapertura della valutazione data in primavera sui risultati del 2017. All’epoca la Commissione aveva concluso che si poteva considerare rispettato il criterio del debito, nonostante il rapporto tra debito e Pil non scendesse a una velocità adeguata, a causa dei buoni risultati previsti per l’Italia sotto il braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita. Tenendo conto che ora il governo italiano si propone un obiettivo per il deficit strutturale del 2019 che è molto lontano da ciò che richiedono le regole europee, questa valutazione potrebbe essere rivista a posteriori.

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Tenendo conto dei tempi di risposta del governo italiano (comunque entro il limite delle tre settimane), è difficile che la Commissione possa proporre l’avvio di una procedura per deficit eccessivo prima della terza settimana di novembre.

Per avviare la procedura, è innanzitutto necessario un parere da parte dell’ECOFIN, del quale è fissata una riunione per il 3 dicembre.  Quindi, a meno di decisioni volte ad accelerare l’iter, è difficile che il Consiglio Europeo possa decidere sull’apertura della procedura prima di Natale. Si noti peraltro che, mentre nel caso di una procedura che viene aperta per eccesso di deficit la proposta della Commissione può essere respinta solo da una maggioranza qualificata di paesi membri, nel caso di una procedura che venga aperta per eccesso di debito (e questo sarebbe il caso dell’Italia), la proposta della Commissione può essere respinta anche da una maggioranza semplice dei paesi membri.

Sono quindi questi i fatti e le date fondamentali in corrispondenza dei quali si potrebbero avere reazioni da parte dei mercati. Occorre inoltre tener conto che nelle prossime settimane altri eventi potrebbero avere un peso notevole.  In particolare, il giudizio di Standard and Poor’s è previsto per il 26 ottobre e la pubblicazione degli stress test dell’EBA è prevista per il 2 novembre. A quest’ultimo riguardo è importante notare che i test dovrebbero prevedere situazioni di tensione non molto diverse, e forse meno gravi, di quelle che si sono realizzate in Italia con l’aumento dello spread dal maggio scorso.


[1] La procedura può essere avviata a seguito del superamento del tetto del 3 per cento del rapporto tra deficit e Pil oppure a seguito di un grado di riduzione insufficiente del rapporto tra debito pubblico e Pil.

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