Galli: Intervento alla prima riunione dei parlamentari Pd. 11/03/2013

Come molti di voi sono nuovo all’esperienza parlamentare. Ne sono onorato. Ne sento la responsabilità.

Per quello che mi riguarda spero di poter dare il contributo di un economista che ha vissuto nelle istituzioni, alla Banca d’Italia, e nelle organizzazioni di rappresentanza delle imprese.

Nei giorni scorsi ho intreccciato qualche discussione, non semplice, con economisti e imprenditori che simpatizzano o militano nel M5S.

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Ho trovato alcuni che vogliono un accordo con noi non perché ci rispettino, ma perché temono che lo stallo politico porti con sé il rischio di una crisi finanziaria.

Altri non lo vogliono, anche perché pensano che una crisi finanziaria che presumibilmente ci porterebbe fuori dall’euro sia meglio che rimanere in un euro dominato dalla Germania e dall’austerità.  In rete girano dottissime discussioni sui costi dell’euro.

Io dico che è poco utile discutere se l’euro sia stata una buona o una cattiva scelta. Io penso che sia stata buona, ma poco importa. Il punto è che anche solo discutere di uscire dall’euro è molto pericoloso perché ci espone a rischi devastanti in termini di perdita di fiducia dei risparmiatori nello Stato e, cosa che è ancora peggiore e finora non è successa, nelle banche italiane.

Non ho la palla di vetro e non so se uno stallo prolungato, che sfocerebbe in nuove elezioni, porterebbe al disastro oppure come sembra suggerire o forse sperare Mario Draghi l’Italia può andare avanti con il pilota automatico.

So che in Germania crescono coloro che non ne vogliono più saperne di noi e dell’euro. So che un numero crescente di  elettori tedeschi e di altri paesi del nord pensano che la soluzione migliore sia quello di costruirsi attorno una muraglia cinese per evitare il contagio dei paesi della periferia.

So che in uno stallo prolungato i rischi aumentano. E quand’anche il rischio fosse dell’1% o dell’1 per mille penso che questo è un rischio non accettabile.

Perché, in uno scenario di stallo, i casi sono due. O accade come l’anno scorso, ossia riusciamo a fermarci sull’orlo del baratro e ancora una volta nell’unico modo possibile che hai quando sei sull’orlo del baratro e cioè con dosi ulteriori di austerità che oggi sarebbero un incubo .

Oppure cadi nel baratro e allora c’è il rischio della rottura dell’euro, un rischio che io considero un rischio nucleare.

Un rischio che non possiamo correre, per noi per i nostri figli.

Dobbiamo dirlo al Paese, a tutto il Paese. Anche a Grillo e ai suoi elettori. Avranno anche loro qualche risparmio da parte, qualche soldo in banca o in titoli dello Stato.

In conclusione, questo Parlamento ha la responsabilità di fare un governo che affronti la drammatica crisi sociale. Gli 8 punti vanno benissimo.

Questo Parlamento ha il dovere di rassicurare, rapidamente, i risparmiatori italiani e quelli esteri che investono in Italia. Rassicurare le imprese che investono in Italia, altrimenti si blocca tutto.

Questa volta, a differenza dell’anno scorso, dobbiamo spegnere l’incendio prima si sprigionino le fiamme.

Dobbiamo farlo. Per farlo dobbiamo crederci.

Se non ci riusciamo, questa volta la responsabilità sarà nostra, di tutti noi eletti in questo Parlamento.

E’ il momento di assolutamente essere uniti attorno al tentativo, coraggioso, del segretario Bersani.

E’ il momento di esprimere nuovamente e convintamente piena fiducia nel Presidente della Repubblica.

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